Sumario: | Dal portale regale di Chartres a Michelangelo, dall´icona di Rublëv alla scuole russe italianizzanti del XVIII secolo, si constata una perdita rogressiva del senso sacro", osserva Evdokimov. "il sacro si sposta verso il "bello" estetico, l´essenza religiosa scompare dinanzi all´elemento narrativo, aneddotico, al piacevole, al ritratto somigliante, al complicato".
Non accade cosi nel mondo dell´icona, dove il sole non tramonta e la luce è senza attenuazioni. La maggiore espressione figurativa del mondo ortodosso esprime il meriggio abbagliante dell´incarnazione, senza ombre né oscurità, e le sfumature vengono espresse solo dal contrasto dei colori, al di fuori di ogni artificio di illuminazione e di prospettiva.
Se ogni dipinto è posto in un triangolo chiuso, composto dall´artista, dalla sua opera e dello spettatore, l´icona spezza quel triangolo e afferma la sua indipendenza suscrita l´emozione, ma l´avvento di un quarto elemento, i ltrascendente. L´artista scompare die dietro la tradizione che parla e l´opera d´arte diviene lo scaturire di una presenza dinanzi alla quale non si può restare solo spettatori.
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