Sabina Santilli e la "lega del filo d'oro"

Il 29 maggio 1917 nasceva Sabina Santilli, la fondatrice della «Lega del Filo d’Oro», un’associazione costituita per assistere, riabilitare e reinserire le persone sordocieche. Nata in una famiglia con sette figli, a San Benedetto dei Marsi, paese in provincia dell’Aquila, Sabina diventa sordocieca...

Descripción completa

Detalles Bibliográficos
Autor principal: Occhetta, Francesco (-)
Formato: Artículo
Idioma:Italiano
Ver en Red de Bibliotecas de la Archidiócesis de Granada:https://catalogo.redbagranada.es/cgi-bin/koha/opac-detail.pl?biblionumber=490752
Descripción
Sumario:Il 29 maggio 1917 nasceva Sabina Santilli, la fondatrice della «Lega del Filo d’Oro», un’associazione costituita per assistere, riabilitare e reinserire le persone sordocieche. Nata in una famiglia con sette figli, a San Benedetto dei Marsi, paese in provincia dell’Aquila, Sabina diventa sordocieca a soli 7 anni, a causa di una meningite improvvisa. Era il Venerdì santo del 1924. La soluzione sociale di allora era quella di tenere queste persone in casa «nel silenzio e nell’ombra» – affermerà nelle sue memorie Sabina –, oppure in un manicomio. Tuttavia i genitori di Sabina sono i primi ad avere speranza: la portano a Roma su un carretto e le permettono di iniziare una riabilitazione. Così, quando Sabina ha dieci anni, Augusto Romagnoli la accoglie nel suo neonato istituto per ciechi e le cambia la vita. Sabina sarà la sua prima allieva a imparare a «vedere con le dita» e a comunicare attraverso vie non convenzionali. Impara sei lingue, e dalla sua esperienza nasce la convinzione che nessuno è in condizioni tali da non meritare una riabilitazione che realizzi i desideri e le piccole autonomie su cui è possibile ricostruire un’esistenza dignitosa. Sabina scrive in un suo diario: «La vita è bella in ogni circostanza, sia nel bene che nel male e noi tutti dobbiamo amarla». Nella sua missione è aiutata da don Dino Marabini, un giovane sacerdote originario di Osimo (An), paese della campagna marchigiana. La «Lega del Filo d’Oro» nasce poi ufficialmente il 20 gennaio 1964 e oggi presente in otto regioni con cinque Centri residenziali per supportare il più possibile a domicilio, in sinergia con i servizi territoriali, le persone sordocieche e le loro famiglie. Per la sua testimonianza e la sua opera, nel 1987 papa Giovanni Paolo II ha conferito a Sabina Santilli la Croce pro Ecclesia et Pontifice, lo stesso distintivo d’onore attribuito anche a santa Teresa di Calcutta. In tutta questa storia quindi c’è un «però». In Italia i sordociechi sono 189.000, pari allo 0,3% della popolazione. Di questi, ben 108.000 vivono confinati in casa, non essendo in grado di provvedere autonomamente a se stessi, a causa anche di altre disabilità presenti. Ma è solo da poco che la legge italiana riconosce la sordocecità come disabilità specifica (ossia non come somma di disabilità). Tuttavia, in molti territori, non esistono servizi specifici paragonabili a quelli della «Lega del Filo d’Oro». E molte Asl non sempre autorizzano le famiglie ad andare a Osimo, città dove nel 1967 è sorto il primo Centro di riabilitazione della «Lega del Filo d’Oro». Pertanto, molte famiglie si sono trasferite nelle Marche per avere questa opportunità, che altrimenti sarebbe stata negata ai loro figli.