Sumario: | La formazione di una Costituzione sulla Chiesa fu certamente uno dei momenti più alti e impegnativi della vita del Concilio Vaticano II.
Il 23 novembre 1962, mentre l’Assemblea conciliare iniziava a discutere il testo sui mezzi di comunicazione sociale, fu distribuito l’atteso schema De ecclesia, che per un gran numero di vescovi rappresentava la ragion d’essere del Concilio. Molti erano, infatti, coloro che pensavano che il Concilio dovesse innanzitutto completare la dottrina sulla Chiesa ed equilibrare la Costituzione del Vaticano I Pastor aeternus, tutta incentrata sulle prerogative e sui poteri del Papa, in particolare sulla dottrina del primato e dell’infallibilità pontificia.
Il 1° dicembre iniziò, nell’Assemblea conciliare, la discussione che durò quasi una settimana; la chiusura della prima sessione, infatti, era stata fissata per la festa dell’Immacolata. Il De ecclesia arrivò in Concilio dopo che erano stati discussi in Assemblea due importanti schemi: quello sulla liturgia, che in qualche modo proponeva una nuova immagine di Chiesa, e quel lo sulle fonti della Rivelazione, che aveva ricevuto molte critiche e aveva mostrato l’incongruenza degli schemi redatti nella fase preparatoria, ben lontani dalle direttive affidate dal Papa al Concilio.
Nel frattempo i Padri erano maturati nella consapevolezza del proprio ruolo, cioè di non essere stati convocati semplicemente per approvare testi già confezionati dalle Commissioni romane, ma per diventare protagonisti attivi della vita del Concilio e per aiutare la Chiesa nella sua missione di aggiornamento e di rinnovato annuncio del Vangelo, secondo lo spirito dei tempi.
Il testo approntato dalla Commissione preparatoria era molto prolisso e si articolava in undici capitoli. Questo schema, nonostante l’impostazione ancora sostanzialmente post-tridentina e scolastica, non soltanto presentava considerevoli innovazioni in ambito ecclesiologico, ma anticipava già alcuni temi – come ad esempio quello della sacramentalità dell’episcopato e il concetto di collegialità – che poi sarebbero stati debitamente sviluppati e armonizzati, nel testo definitivo, in un sistema ben coerente e articolato.
Utilizzando la categoria interpretativa dell’«evento», che riguarda propriamente la ricerca storica, la ricostruzione e la valutazione critica dei fatti, in questo articolo si cerca dunque di studiare, nella sua fase iniziale, la formazione della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, in particolare il «passaggio» dal De ecclesia, redatto dalla Commissione preparatoria dottrinale (1960-62), allo «schema Philips», che fungerà da base per la futura Costituzione.
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