La realtà è superiore all'idea il pensiero contemporaneo torna a essere realista ?

«La realtà è superiore all’idea» è uno dei postulati che guidano il pensiero di papa Francesco. Ne parla nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium quando affronta il tema del bene comune e della pace sociale (EG 217-237). In questo contesto, il Pontefice postula quattro princìpi: il tempo è supe...

Descripción completa

Detalles Bibliográficos
Autor principal: Piccolo, Gaetano (-)
Formato: Artículo
Idioma:Italiano
Ver en Red de Bibliotecas de la Archidiócesis de Granada:https://catalogo.redbagranada.es/cgi-bin/koha/opac-detail.pl?biblionumber=487341
Descripción
Sumario:«La realtà è superiore all’idea» è uno dei postulati che guidano il pensiero di papa Francesco. Ne parla nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium quando affronta il tema del bene comune e della pace sociale (EG 217-237). In questo contesto, il Pontefice postula quattro princìpi: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte. Questa insistenza sull’efficacia della realtà, per non perdersi nei possibili travisamenti dell’idea, è estremamente attuale e fortemente presente nel dibattito filosofico contemporaneo. In diversi contesti culturali – non solo europei, ma anche negli Stati Uniti e in Australia – si parla infatti di «nuovo realismo» e talvolta addirittura di un ritorno alla metafisica. La questione è: esiste un mondo indipendentemente da un soggetto che lo pensa? La realtà è l’inemendabile: il fatto con il quale mi scontro, che posso provare a comprendere, ma che non è a disposizione del mio tentativo di manipolazione. La realtà diventa così limite, ma nel contempo limite rassicurante. Papa Francesco sembra dunque recuperare con un tempismo straordinario il nucleo di un dibattito caro alla tradizione, inserendolo nella discussione culturale attuale, indicandone anche i possibili risvolti etici. Perché il primato del reale, senza il quale il soggetto non si potrebbe neanche pensare, coincide con la consapevolezza di essere inevitabilmente in relazione con il tutto di cui esso è parte. Nel mondo incontriamo ovviamente cose diverse, e di cui possiamo farci idee diverse, ma tutto questo è possibile solo per il primato dell’esistenza. Ci può essere incertezza sul grado di conoscenza degli oggetti, ma non sull’esistenza di qualcosa che si offre alla conoscenza, sul semplice fatto che ci sia qualcosa. L’incertezza riguarda l’essenza delle cose, non la loro esistenza, così come il primato della realtà non riguarda l’evidenza degli oggetti, ma la loro esistenza: un’esistenza di cui non possiamo non prendere atto, per evitare di trasformare il mondo in una playstation.