Vedete, sono uno di voi un film di Ermanno Olmi sul cardinale Martini

Lo scorso 10 febbraio è stato presentato in anteprima nel Duomo di Milano il film Vedete, sono uno di voi, dedicato da Ermanno Olmi al ricordo del cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012). Il documentario, della durata di 80 minuti, si presenta come una rievocazione compiuta dal Cardinale dei trasc...

Descripción completa

Detalles Bibliográficos
Autor principal: Fantuzzi, Virgilio, 1937- aut (Autor)
Formato: Artículo
Idioma:Italiano
Ver en Red de Bibliotecas de la Archidiócesis de Granada:https://catalogo.redbagranada.es/cgi-bin/koha/opac-detail.pl?biblionumber=487120
Descripción
Sumario:Lo scorso 10 febbraio è stato presentato in anteprima nel Duomo di Milano il film Vedete, sono uno di voi, dedicato da Ermanno Olmi al ricordo del cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012). Il documentario, della durata di 80 minuti, si presenta come una rievocazione compiuta dal Cardinale dei trascorsi della sua vita, mentre si preparava all’incontro definitivo con il Signore. Il «set» della memoria è la camera dell’Istituto Aloisianum di Gallarate dove il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Il letto dove è morto. Dietro l’esistenza di Martini scorre un secolo di storia, scosso da eventi tumultuosi, osservati con uno sguardo che viene dall’alto. Nel montaggio, così, alle vicende pubbliche si sovrappongono quelle private. Olmi dice che le immagini hanno trovato da sole il loro posto. Il punto di vista del regista si unisce così a quello di un religioso aperto al mondo, che si interroga sulle sfide che la società attuale lancia alla Chiesa e che la Chiesa, entrata ormai nel terzo millennio, non può evitare di raccogliere: «La nostra Chiesa è stanca. La nostra cultura è invecchiata. Le nostre chiese sono grandi. Le nostre case religiose sono vuote. La Chiesa deve riconoscere i propri errori: dall’idolatria del denaro agli scandali della pedofilia. Ma lo scandalo storico dell’ingiustizia sociale è il fatto che l’umanità non sia riuscita a tenere assieme benessere, lavoro, libertà, democrazia e, soprattutto, pace». E ancora: «Occorre un cambiamento radicale, cominciando dal Papa e dai Vescovi. La Chiesa è rimasta indietro di duecento anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura invece di coraggio…». E infine: «Un tempo avevo sogni sulla Chiesa. Oggi non più… Adesso ho deciso di pregare per la Chiesa…». Il film si conclude con un primo piano di Martini consunto dalla malattia che, con voce appena percettibile, pronuncia sulla sua ex diocesi una benedizione che viene dal cuore. Da questa immagine, che è l’ultima del film, si può tornare alla penultima – la foto del piccolo Carlo, datata 1933, con il vestito della Prima Comunione – e alle sue parole: «Fin da quando avevo dieci anni mi fu chiara l’idea che dovevo dedicare a Dio tutta la mia vita. Il proposito macerò a lungo nel mio cuore fino alle prime confidenze a mia madre, che tenne per sé il segreto».