Sumario: | Il bollettino della Sala Stampa della mattina di Pasqua era stato chiaro: «Il Papa non tiene l’omelia poiché alla Messa fa seguito la Benedizione “Urbi et Orbi” con il Messaggio pasquale». Francesco però poi ha deciso comunque di dire alcune parole. E lo ha fatto a braccio, seguendo un percorso più simile a una confessione personale a tu per tu che a un’omelia davanti a una piazza gremita di fedeli.
In questo fuori programma, il Pontefice ha fatto un annuncio della Risurrezione poetico e potente: «Noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore, di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso». E il senso viene dall’essere attaccati alla pietra «scartata», alla roccia che è Cristo. «C’è un senso, un al di là del sepolcro che rimbomba nel silenzio della morte». Così, noi, sassolini attaccati alla roccia di Cristo, non abbiamo davanti «un muro», ma «un orizzonte».
Davanti alla tragedia Francesco fa come Gesù con i discepoli di Emmaus: non si rifugia in formule, ma assume l’esperienza di chi gli sta davanti. Assume la sua inquietudine e indica Cristo. Di fronte alla Croce, alle croci di tutto il mondo, la fede non può dare risposte facili e consolatorie. Può invece restare a bocca aperta di fronte alla certezza della Risurrezione, della pietra del sepolcro – quell’altra pietra – rotolata via.
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