Misericordia, "Oikonomia" nel sistema canonico

Il rapporto tra misericordia e diritto canonico è un tema di grande attualità, soprattutto in un’epoca, come quella contemporanea, animata da un secolarismo radicale. In questo contesto, quindi, anche la scienza giuridica, come le altre scienze umane, ha abdicato a qualsiasi tentativo di stabilire u...

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Detalles Bibliográficos
Autor Corporativo: Universidad Pontificia de Salamanca (España). Facultad de Derecho Canónico (-)
Otros Autores: Del Mastro Vincenzo autor (autor), San José Prisco, José, Director de la publicación 1966- (director de la publicación)
Formato: Tesis
Idioma:Italiano
Publicado: 2024
Materias:
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Sumario:Il rapporto tra misericordia e diritto canonico è un tema di grande attualità, soprattutto in un’epoca, come quella contemporanea, animata da un secolarismo radicale. In questo contesto, quindi, anche la scienza giuridica, come le altre scienze umane, ha abdicato a qualsiasi tentativo di stabilire una base assiologica per la sua conoscenza. Il giurista di oggi non osa ricorrere, per la sua argomentazione, ad altro che a dati strettamente positivi e praticamente limitati. In effetti, intorno alla giustizia si è cristallizzato una sorta di pregiudizio negativo, quasi che la richiesta di giustizia implichi una sorta di indurimento del cuore, una regressione a orizzonti precristiani, che non lascerebbe spazio alla logica infinitamente più evangelica del perdono. Tuttavia, quando la giustizia viene intesa in termini puramente «legalistici», come applicazione pedissequa e implacabile del diritto positivo, e viene privata del desiderio di una logica superiore che ne spieghi la verità, manifesta inevitabilmente i suoi limiti costitutivi, saggiamente cristallizzati nella celebre affermazione di Cicerone, summum ius, summa iniuria. La misericordia evoca una relazione dell’«io» verso l’altro, una relazione tra due termini, carichi di significati simbolici dove il «misero» è anteposto al «cuore» in una direzione compassionevole. E questo contribuisce a definire nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia di Papa Francesco, i suoi triplici contesti: come l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro; come la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona; come la via che unisce Dio e l’uomo, perché gli apre il cuore alla speranza di essere amato nonostante i suoi limiti. Si rinvengono in tal modo le tracce di quel percorso valoriale che sorregge l’emancipazione dall’individualismo per accedere alla dimensione relazionale, concreta e dinamica del personalismo e del pluralismo in una prospettiva di effettiva apertura solidaristica. È quanto emerge anche dal motto episcopale «Miserando atque eligendo» scelto da Papa Francesco, il quale chiarisce che il gerundio latino miserando è intraducibile sia in italiano sia in spagnolo. Al Papa piace tradurlo con un altro gerundio che non esiste: misericordiando. Ebbene, la misericordia richiede il verbo e il verbo indica l’azione. La misericordia deve perdere la sua fissità di teoria, per diventare gesto, azione, processo, dinamismo.
a relación entre la misericordia y el derecho canónico es un tema de gran actualidad, especialmente en una época, como la contemporánea, animada por un secularismo radical. En este contexto, por tanto, la ciencia jurídica, como las demás ciencias humanas, ha abdicado de cualquier intento de establecer una base axiológica para su conocimiento. El jurista actual no se atreve a recurrir más que datos estrictamente positivos y prácticamente limitados para su argumentación. De hecho, ha cristalizado una especie de prejuicio negativo en torno a la justicia, casi como si la petición de justicia implicara una especie de endurecimiento del corazón, una regresión a horizontes precristianos, que no dejaría lugar a la lógica infinitamente más evangélica del perdón. Sin embargo, cuando la justicia es entendida en términos puramente "legalistas", como aplicación servil e implacable del derecho positivo, y privada del deseo de una lógica superior que explique su verdad, inevitablemente manifiesta sus límites constitutivos, sabiamente cristalizados en el famomos Declaración de Cicerón, "summun ius, summa iniuria". La misericordia evoca una relación del "yo" hacia el otro, una relación entre dos términos, llenos de significados simbólicos donde el "miserable" se antepone al "corazón" en una dirección compasiva. Y esto ayuda a definir sus triples contextos en la Bula que anuncia el Jubileo Extraordinario de la Misericordia del Papa Francisco: como acto final y supremo con el que Dios viene a nuestro encuentro; como la ley fundamental que vive en el corazón de cada persona; como el camino que une a Dios y al hombre, porque abre su corazón a la esperanza de ser amado a pesar de sus limitaciones. Esto es lo que también desprende el lema episcopal "Miserando atque eligendo" elegido por el Papa Francisco, quien aclara que el gerundio latino miserando es intraducible tanto al italiano como al español. Al Papa le gusta traducirlo como otro gerundio que no existe: merciando. Bueno, la misericordia requiere el verbo y el verbo indica la acción. La misericordia debe perder su fijeza teórica para convertirse en gesto, acción, proceso, dinamismo.
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Precede al título: Universidad Pontificia de Salamanca, Facultad de Derecho Canónico
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Bibliografía:Bibliografía : páginas 233-253