Sumario: | Il volume punta a inserirsi nel contesto generale degli studi sul commercio che collegava l'antica Roma con i Paesi dell'Oriente, quali Arabia, Etiopia e India. Tale commercio è descritto dalle fonti antiche che riferiscono di come esso fosse fiorente e dei grandi capitali che gli imprenditori romani investivano per prendervi parte. Più specificamente, la monografia si concentra sull'analisi della vita e dell'evoluzione delle installazioni portuali ubicate sul Mar Rosso e controllate da Roma. Tali porti furono per secoli degli hub internazionali, punti di collegamento tra Oriente e Occidente, le porte attraverso cui le mercanzie orientali entravano nei mercati romani. Mantenere in vita questi insediamenti, collocati in punti remoti e di difficile accesso dell'Impero, richiedeva un grosso sforzo economico, nonché una certa capacità di pianificare investimenti e linee di sviluppo. Nel corso dei secoli, la geografia portuale del Mar Rosso romano cambiò sensibilmente. La maggior parte degli studi finora pubblicati sul tema, ha associato tale cambiamento, avvenuto durante la fase tardoantica di dominazione romana, con un fenomeno di declino del potere romano nella zona. Questo lavoro spinge l'analisi oltre la soglia considerata di declino, indagando approfonditamente le dinamiche economiche dell'era tardoantica, e dimostrando che essa non fu una fase di recessione economica, ma piuttosto di riorganizzazione, spiegandone le caratteristiche e le peculiarità. Il volume si propone quindi di giungere a una nuova e più completa comprensione della politica economica romana nel Mar Rosso tra i secoli I a.C. e VI d.C.
|