Sumario: | Dire che la popolazione in Italia invecchia non è certo una novità, ma l’opinione pubblica non sembra preoccuparsene più di tanto. Ogni nuovo bollettino demografico dell’Istat viene ampiamente diffuso dai media, ma sembra suonare soltanto come uno sbiadito campanello di allarme. Se ne discute per qualche giorno, ma poi esso lascia indifferenti, anche se si tratta di un problema dal quale può dipendere il futuro del Paese.
Gli ultimi dati diffusi all’inizio di marzo 2017 non fanno che confermare la tendenza. Cifre che confermano l’invecchiamento della popolazione in Italia, un invecchiamento che l’immigrazione non è più in grado di compensare.
Dato che i cambiamenti demografici avvengono – se avvengono – soltanto nel lungo periodo, gli eventuali provvedimenti vanno anch’essi presi a lunga scadenza. Così è accaduto con successo in Francia (che aveva preso i primi seri provvedimenti già nell’immediato dopoguerra) e in Svezia. Ma ciò non è avvenuto in Germania, che non ha visto aumentare la popolazione «indigena» nonostante i miliardi investiti in questo campo dai governi.
In ogni caso, generalmente, sarebbero necessari più asili nido, una rete di assistenza adeguata e una serie articolata di misure che diano sicurezza, come rivela il caso del Süd-Tirol /Alto Adige, dove la natalità è in netta crescita (+3,2%).
I più recenti governi italiani hanno avviato alcune misure, ma sempre relativamente immediate e che rischiano di creare un clima assistenziale.
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