Sumario: | La ri-lettura delle Scritture ebraiche costituisce un elemento fondante del Cristianesimo, impegnato sin dai primordi nella reinterpretazione del prima alla luce del poi, mantenendo la lettera del testo ma ribaltandone il significato alla luce di una nuova funzione. Le Scritture ebraiche divennero così l’Antico Testamento, inscindibilmente legato al Nuovo Testamento quale antecedente storico e inesauribile fonte di prefigurazioni di Cristo e del messaggio evangelico. Nel processo di costruzione di un nuovo immaginario religioso, presto si comprese l’importanza della parallela costruzione di un immaginario visuale, partendo dalla rappresentazione di singoli episodi biblici per poi elaborare coerenti sequenze narrative. L’intensa sperimentazione iconografica di età paleocristiana offrì all’alto-medioevo e poi all’età romanica un ricco corpus di temi e schemi da selezionare, rielaborare ed arricchire, ogni volta in funzione del contesto materiale, dello spazio liturgico e dei significati da veicolare. Coprendo un ampio arco cronologico, il volume affronta tali questioni mediante affondi tematici di storici dell’arte e filologi di diversa provenienza e formazione, ma accomunati da metodologie contestuali e interdisciplinari. Il focus è sulla penisola italiana, ma con significative aperture all’Oltralpe franco-germanico, alla Scandinavia, alla Penisola iberica, all’Oriente bizantino, facendo emergere un intreccio socio-politico-culturale che restituisce un’Europa medievale interconnessa.
|